E' con grande onere e onore che voglio salutare lo stilizzatissimo pubblico seguace di questo Blog.
I Tenutari del suddetto hanno richiesto una mia possibile collaborazione che accetto con grande gioja. Le mie competenze non sono degne dei signori Tenutari , ma ho l'orecchio assai buono e un fiuto ottimo nello scovare e reperire vere chicche stilizzate o anche no che sempre, e in modo ultroneo, metto a disposizione dello stilizzatissimo pubblico.
I Tenutari del suddetto hanno richiesto una mia possibile collaborazione che accetto con grande gioja. Le mie competenze non sono degne dei signori Tenutari , ma ho l'orecchio assai buono e un fiuto ottimo nello scovare e reperire vere chicche stilizzate o anche no che sempre, e in modo ultroneo, metto a disposizione dello stilizzatissimo pubblico.
Dopo questa breve ed esaurita presentazione propongo una riflessione di ascolto per "Sporge l'irato membro", brano di cui ho già detto in conversari piacevoli e a tratti quasi salottieri, per non dire da caserma (mi scusino il termine!) sia con l'amico Gigi che con il Donzelletta (che pur finendo con la A trattasi di un uomo, cosa che agli inzi della mia frequentazione mi ha lasciato stupefatto per come venga ridotta la lingua italiana con gente di una ignoranza allucinante che non sa che se un figlio nasce maschio si deve chiamare con la O e non con la A. Comunque questa è una parentesi lingustica e qua la chiudo). Dicevo che, per non perdere il filo del discorso cosa che tendo a fare in modo assai ultroneo ma non ci posso fare nulla, anche mia mamma era così, sarebbe bene cercare di stabilire se l'aria del Membro (come vengono chiamate questo tipo di arie che con le arie da baule, quelle di riempimento e quelle di paragone rendono esatta l'idea della cosa a cui alludono, insomma: il Membro allude al sesso mascolino così come il paragone con uno scoglio allude allo scoglio) sia passibile di una degna stilizzazione o sia una semplice e volgare ariaccia baroccheggiante per non dire baraccheggiante.
Certo che molto fa pensare il fatto che l'aria del Membro venga associata alle arie da Riempimento, fatto che porta a facili sconcerie da avanspettacolo, perdendo tutta la sua dignità e svilendosi di molto, ma assai di molto.
"Sporge l'irato Membro" venne scritta per il famoso castrato Giuliettina Manfrè, che essendo castrato assunse quasi da subito il nome da donna perchè NON è assolutamente vero che un castrato resta maschio a tutti gli effetti ma, come dice nel suo trattato "Un sigaro co' ciuffi" la sociologa Waldemara Capece Stroganoff: "l'omo è omo solo se ha le palle e solo con le palle si può usare il sigaro co' ciuffi, cosa che rimette al mondo quasiasi Donzella".
La Manfrè portò al successo l'aria nel breve spazio di un mattino, o meglio, nel breve spazio di una notte brava: era il 1694 (o il 1964, ma cambia assolutamente poco) e tutta Parigi impazziva per lei. La ragazzona alta, snella, bionda fulva, occhio glauco e baffetti da furetta cantò l'aria del Membro nella pretiosa, ancorchè pretestuosa, Salle Topier a Pigalle durante il concorso per Miss Trans e fu il delirio. Le gambe affusolate chiuse in calze a rete color fumo di Londra, con la virile peluria che occhieggiava dalla rete, non bastarono a distogliere l'attenzione dei presenti dall'irato membro sia cantato, sia mostrato.
Vero è che la registrazione della serata, da me rinvenuta in un Music Porno Store di Amsterdam, presenta qualche lacuna e non è possibile apprezzare il pieno splendore stilizzatissimo dell'aria: fischi, schioccchi, sciacquettii e ronzii disturbano il 125% della registrazione, il restante 75% viene nascosto da una voce che urla: "Ollelè, Ollalà faccela vedè, faccela toccà" il che rende esattissima l'idea del clima che si respirava nella serata.
Fermo restando che questa è l'unica registrazione conosciuta dell'aria del Membro possiamo, quindi, dirci assai ben soddisfatti della resa acustica derivante dal fatto che solo il 200% totale della registrazione è praticamente rovinato.
Non mi sento di mettere la mano sul fuoco per giurare che l'aria del Membro (Member's air, in inglese) possa poter esser definita claro esempio di Stilizzazione Canonica ( 'Stica): la Divina Pasta mai l'ha cantata e, a onor del vero, non so nemmeno se sarebbe stata in grado di produrre gli ultronei colpi di glottide che permettono alla Manfrè di pervenire ratta e repente al Do#alla 14° (virgola 3 periodico) nota che così ben caratterizza tutto il Membro.
L'accompagnamento con Violone d'amore, Viola da gamba e Arpeggione presenta caratteristiche di sconcertante concertino.
L'edizione da me recensita è per i tipi della Fava Records. $ 245,05. Edizioni Esaurite.
Carissimo, egregerrimo e lesissimo amico hidalgo Herrera,
RispondiEliminadavvero appassionevole il suo formidabile articolo su un'aria del tutto desueta, rispolverata soltanto, come lei stesso rammentò in altro contesto, da Padovona Luna, senza però raggiungere, com'è naturale che sia, naturaliter, i livelli di stilizzatezza ultronea e superbante che sicuramente caratterizza l'esecuzione non sommaria del celebre castrato (da non confondersi con le incastrate, né tanto meno con i virati cantori della risma di Pietrone Saccaldi, lo rammento primo Anea nella Frenulide di Marchesati Culfranti) Giuliettina Manfré (nome d'arte di Romettone Manfregato Legonadi).
La Stica è quanto di più raro a riscontrarsi nei nostri infimi tempi in cui pare soltanto riscontrarsi ovunque, in ogni dove e per tutto la tremenda 'Standa, o LSD (La Stilizzazione Devastanda) contro la quale, esimio Diliberto, si dovrà armarci di ogni arma retorica. Uniti in questa missione disperata andremo gridando "stilità" che andiam cercando, ch'è si cara, come sa chi per lei vita rifiuta (mi si perdoni le continue autocitazioni).
Un gratissimo grazie dal suo Donzelletta (che non è nome, ma cognome, sicché non mi rompa più le integerrime o integrissime gonadi con sto discorso del nome femminile),
devozioni complurime.
Pregiato Donzelletto,
RispondiEliminaIn merito alla Padovona Luna, e al fatto che abbia cantato Sporge l'irato membro, è da aprire una parentesi (mi perdoni il termine).
La Padovona ebbe a cantare l'aria solo una volta e nel contesto delle "Ri-Membranze vedovili",opera di cui presto avremo a che dire, avendone rinvenuta una pregiata copia in cilindri (è cosa logica visto il titolo) di cera (sperando che non si squagli) e datata 1898 (o 1988, ma cambia invero poco). Mai ebbe a interpretare l'aria di Riempimento da sola e/o in concerto. Mai. E quando dico MAI sia chiaro che ho detto MAI!
La Manfrè, invece, solo (e ho detto SOLO) durante i concerti ebbe a interpretare l'aria, facendola sua a tutti gli effetti. Infatti quando diciamo "Sporge l'irato Membro" sottintendiamo la Manfrè e non la Luna. Mai.
Del resto, e come lei stesso mi dice, la Manfrè aveva dalla sua una ben più ampia capacità di colorare e di pervenire alla Prfetta Stlizzazione (PS) grazie alla castratura, cosa che non ebbe a subire la Padovona (e avrebbero fatto, invece, assai meglio.)Come lei ben sa (ma non alludo a nulla sia chiaro e IMHO!) la castratura porta a una maggiore espansione della cassa toracica e alla capacità di produrre, quindi, fiati lunghi e lucenti. Infati tra le mani (ma fo' per dire) della Giuliettina il Membro assurge a lunghezze e a lucentezze incredibili: pensi che si pensò, al momento, di misurarne la lunghezza non in secondi ma in centimetri, tanta era la bellezza e la possanza del Membro dopo la prima esecuzione.
Mi sia perdonata la divagazione, ma quando trattasi del Membro voglio essere preciso: ho l'onore e l'onere di esserne scopritore e voglio che tutto sia chiaro, per non dire limpido!(e mi scusi il termine!)
La ringrazio per la precisazione sul nome della nostra Manfrè e tengo a precisare ukteriormente che posseggo un autograto (autografato, sia chiaro)in cui la Nostra (o il Nostro?) si firma "Romettone Manfregato Legonadi fu Giorgio" cosa che rende assai esatto, per non dire quasi certo,il ritratto che ci perviene dalla autobiografia di Romettone (poi Giuliettina) in cui esso stesso, per non dire egli, si descrive come uomo dedito alle gioje della famiglia.
Grazie e buona domenica a lei e alla sua signora.
Elenio