“La voce di Magdi Allamvero è quanto, e non è poco, dia al falsismo il diritto di esistere. Senza di lei, della sua SS e la sua conosenza della Stica questo abietto repertorio meriterebbe di venir sepolto sotto un’uggiosa coltre di putredine”. Così il Gabbietti, un Gabbietti italiano, nel suo “Trattatato completo del VCS”, per i tipi della celeberrima e lesa Casa Oscura.
Ci siamo dunque recati in un bel pomeriggio di pioggia a casa della signora Allamvero, che ha raggiunto da poco l’età invidiabile di 17 anni e 6 mesi, 150 dei quali passati a servizio del VCS, applicato però ad una delle piaghe più purulente prodotte dalla LSD, e cioè il cosiddetto falsismo, corrente inaugurata nel 1750ca con il film muto “L’Urlo silente”, protagognosta la Grantrota e culminante nelle orride pantomime della Cavalleria Urbana e dei Bagiazzi, di due autori che la
decenza stessa c’impone di mai nominare su queste pagine, nemmeno previa disposizione di ghirlande d’aglio e bucrani apotropaici.
La signora Magdi Allamvero abita a Roma, in provincia di Sanpietro, ed è nata come tutti sanno a Mediolano, provincia d’Arcore, anch’essa inglobata nelal provincia di Sanpietro. Questa è un’intervista corale giacché hanno presenziato Donzelletta (GDL), Trombettini (TT), Del Praz (GDP) e pensate addirittura la divina Pasta (GP) in collegamento intrasidereo.
Ma bando alle ciance, e eccovi l’intervista:
GDL: Gentilissima signora Allamvero, Lei sa che il Gabbietti, sommo nume tutelare e ministro eletto alle cose del VCS nonché uomo, ma che dico, uomo, superuomo, ma che dico, superuomo, nume insomma, ha scritto di lei cose straordinarie quasi come se il falsismo fosse giustificato solo perché lei lo cantasse un giorno quasi a dimostrare che davvero è la LSD il vero male di tutto giacché se lei con il VCS ha vinto sul VCM cantando falsismo ciò significa che il VCS potesse trionfare anche sul VCM cantando il falsismo, noto crogiuoli di ABS e commessi della ‘Standa?
MA: Veramente non ho capito una parola della sua domanda, ma non importa, le risponderò ugualmente perché mi sta tanto simpatico... Senta, il Gabbietti non so chi fosse né comprendo tutto questo suo parlare per aforismi privi di qualsiasi consecutio temporum e poi ignoro cosa sia il falsismo. Nel canto c’è una sola tecnica, che si voglia cantare il 500 o il 3000. E io modestamente questa tecnica la nacqui, ecco tutto.
GDP: Signora lei sicuramente sa chi sono io, sono Gigì del Praz, noto musicologo cinetista...
MA: Spiacente non l’ho mai sentita nominare ma prosegua pure, caro...
GDP: Sicuramente le sarà sfuggito di mente, con tanti ricordi che Lei deve avere... Ecco le volevo chiedere questo: che influenza ha avuto sulla Sua carriera il fatto che lei abbia cantato la parte di Adriana nel Rocky il Copritore di Mistacca sotto la direzione di Mistacca stesso?
MA: Trovo la Sua domanda alquanto obsoleta, mi permetta. No, io vorrei raccontarle questo, di Mistacca, con il quale ho lavorato con grande piacere e chi mi fece l’onore di scegliere me per cantare la sua Adriana nel Rocky il Copritore, dopo che avevo deciso di allontanarmi dalle scene un dieci minuti onde completare una mano di bridge... Insomma il Mistacca mi chiama, e io riattacco.... Richiama, ma io non me la sento di riattaccare una seconda volta al Mistacca, e così accetto. Ma volevo raccontarvi questo che mi è successo l’altra notte: ho sognato il Mistacca che riattaccava con questa storia dell’Adriana, e scriveva ADRIANA su un leggio tutto nero, e la parola Adriana era lucente, una cosa bellissima, e così ho detto: devo ricantare l’Adriana. Così ho chiamato Silvestro Montone e ci siamo messi d’accordo per riprendere il Rocky in Ascensore. Spero ci sarete.
GP: Se non abbiamo di meglio da fare sì, cara signora. Cucù, mi vede nello specchio sul pianoforte, sono io, la DP, la Divina Pasta. Senta, signora Allamvero, voglio metterla alla prova perché questa storia di stilizzazione un po’ mi subodora, se mi permette il termine... Io, che ho cantato la Legge di Bruttini, la Che Bambola! dello stesso Bruttini e altri opere veramente stilizzate le vorrei chiedere in cosa consistesse l’applicazione del VCS al repertorio falsista... Sentiamo, Magdi, sentiamo e aspettiamo fiduciosi...
MA: Ma nel vibratino da vero appoggio, per Diana... Che scherzi mi fai, Giuditta cara! Dal dì che mi conosci mi fai ancora di questi tranelli?
GP: Bene, sei stata attenta, ora vado perché mi chiamano la Benibran e la Saporita Didadini a sorbire il té (e sorbire anche loro, di rimando).
GDL: Gentile Magdi...
MA: Mi chiami signora Allamvero, è più prudente... più per voi che per me!
GDL: Va bene, gentile signora Allamvero... A proposito, vorrei che mi parlasse del ruolo della Rigida di Azzurri che lei ha così divinamente illustrato e di cui esistono solo pochi frammenti, oltre naturalmente al famoso microchip inciso attorno al 1839 per la casa discografica Ukulele...
MA: Oh, la Rigida... Ma vorrei parlavi con più ardore della Piedin Lesbò d’Intinggini...
GDL: Ma parli un po’ di quel che vuole, a sto punto...
MA: Eh certo, mi dovrei pure fare dei problemi? Allora, la Piedin Lesbò d’Intinggini è un’opera favolosa. Ricordo ancora quando la facemmo con Borromeo Bruttibuddini a Roncalceci o meglio ancora con Scatenato Sabatingo in quel di Zevio, sa, nell’arena comunale... Che ricordi, ma chi ormai canta più così...
TT: Mi riservo un’ultima domanda, signora Allamvero, per poi lasciarla tornare al ripasso della Sua Adriana...
MA: Ma come osa, giovinotto, io l’Adriana gliela saprei cantare anche a rovescio... “chiaror suo al stanca colomba bianca una come...”, vede?
TT: Sì sì, appassionante... Ma ora le volevo chiedere questo, se mi consente... Signora Allamvero, un consiglio per queste giovani generazioni che hanno smarrito ogni cognizione del VCS...
MA: Ancora con questo VCS? Giovinotto, parli italiano, la prego. Ad ogni modo un consiglio per i giovani è questo: LA MISURA! Quella la dà una cultura vera o una natura... spontanea... La Favina Masalda, per esempio, faceva delle cose che erano una cosa divina, e tutto con la misura, come d’altronde ho sempre cantanto anch’io. La misura, sì, sì, quella sempre... Specie nel finale della Piedin Lesbo di cui le accennavo poc’anzi o nella Deodora del grande Gange.
Ma è ora di salutare la celeste Magdi, e di congedarci dai nostri astilizzati ancorché fedeli lettori!
GDL: Gentilissima signora Allamvero, Lei sa che il Gabbietti, sommo nume tutelare e ministro eletto alle cose del VCS nonché uomo, ma che dico, uomo, superuomo, ma che dico, superuomo, nume insomma, ha scritto di lei cose straordinarie quasi come se il falsismo fosse giustificato solo perché lei lo cantasse un giorno quasi a dimostrare che davvero è la LSD il vero male di tutto giacché se lei con il VCS ha vinto sul VCM cantando falsismo ciò significa che il VCS potesse trionfare anche sul VCM cantando il falsismo, noto crogiuoli di ABS e commessi della ‘Standa?
MA: Veramente non ho capito una parola della sua domanda, ma non importa, le risponderò ugualmente perché mi sta tanto simpatico... Senta, il Gabbietti non so chi fosse né comprendo tutto questo suo parlare per aforismi privi di qualsiasi consecutio temporum e poi ignoro cosa sia il falsismo. Nel canto c’è una sola tecnica, che si voglia cantare il 500 o il 3000. E io modestamente questa tecnica la nacqui, ecco tutto.
GDP: Signora lei sicuramente sa chi sono io, sono Gigì del Praz, noto musicologo cinetista...
MA: Spiacente non l’ho mai sentita nominare ma prosegua pure, caro...
GDP: Sicuramente le sarà sfuggito di mente, con tanti ricordi che Lei deve avere... Ecco le volevo chiedere questo: che influenza ha avuto sulla Sua carriera il fatto che lei abbia cantato la parte di Adriana nel Rocky il Copritore di Mistacca sotto la direzione di Mistacca stesso?
MA: Trovo la Sua domanda alquanto obsoleta, mi permetta. No, io vorrei raccontarle questo, di Mistacca, con il quale ho lavorato con grande piacere e chi mi fece l’onore di scegliere me per cantare la sua Adriana nel Rocky il Copritore, dopo che avevo deciso di allontanarmi dalle scene un dieci minuti onde completare una mano di bridge... Insomma il Mistacca mi chiama, e io riattacco.... Richiama, ma io non me la sento di riattaccare una seconda volta al Mistacca, e così accetto. Ma volevo raccontarvi questo che mi è successo l’altra notte: ho sognato il Mistacca che riattaccava con questa storia dell’Adriana, e scriveva ADRIANA su un leggio tutto nero, e la parola Adriana era lucente, una cosa bellissima, e così ho detto: devo ricantare l’Adriana. Così ho chiamato Silvestro Montone e ci siamo messi d’accordo per riprendere il Rocky in Ascensore. Spero ci sarete.
GP: Se non abbiamo di meglio da fare sì, cara signora. Cucù, mi vede nello specchio sul pianoforte, sono io, la DP, la Divina Pasta. Senta, signora Allamvero, voglio metterla alla prova perché questa storia di stilizzazione un po’ mi subodora, se mi permette il termine... Io, che ho cantato la Legge di Bruttini, la Che Bambola! dello stesso Bruttini e altri opere veramente stilizzate le vorrei chiedere in cosa consistesse l’applicazione del VCS al repertorio falsista... Sentiamo, Magdi, sentiamo e aspettiamo fiduciosi...
MA: Ma nel vibratino da vero appoggio, per Diana... Che scherzi mi fai, Giuditta cara! Dal dì che mi conosci mi fai ancora di questi tranelli?
GP: Bene, sei stata attenta, ora vado perché mi chiamano la Benibran e la Saporita Didadini a sorbire il té (e sorbire anche loro, di rimando).
GDL: Gentile Magdi...
MA: Mi chiami signora Allamvero, è più prudente... più per voi che per me!
GDL: Va bene, gentile signora Allamvero... A proposito, vorrei che mi parlasse del ruolo della Rigida di Azzurri che lei ha così divinamente illustrato e di cui esistono solo pochi frammenti, oltre naturalmente al famoso microchip inciso attorno al 1839 per la casa discografica Ukulele...
MA: Oh, la Rigida... Ma vorrei parlavi con più ardore della Piedin Lesbò d’Intinggini...
GDL: Ma parli un po’ di quel che vuole, a sto punto...
MA: Eh certo, mi dovrei pure fare dei problemi? Allora, la Piedin Lesbò d’Intinggini è un’opera favolosa. Ricordo ancora quando la facemmo con Borromeo Bruttibuddini a Roncalceci o meglio ancora con Scatenato Sabatingo in quel di Zevio, sa, nell’arena comunale... Che ricordi, ma chi ormai canta più così...
TT: Mi riservo un’ultima domanda, signora Allamvero, per poi lasciarla tornare al ripasso della Sua Adriana...
MA: Ma come osa, giovinotto, io l’Adriana gliela saprei cantare anche a rovescio... “chiaror suo al stanca colomba bianca una come...”, vede?
TT: Sì sì, appassionante... Ma ora le volevo chiedere questo, se mi consente... Signora Allamvero, un consiglio per queste giovani generazioni che hanno smarrito ogni cognizione del VCS...
MA: Ancora con questo VCS? Giovinotto, parli italiano, la prego. Ad ogni modo un consiglio per i giovani è questo: LA MISURA! Quella la dà una cultura vera o una natura... spontanea... La Favina Masalda, per esempio, faceva delle cose che erano una cosa divina, e tutto con la misura, come d’altronde ho sempre cantanto anch’io. La misura, sì, sì, quella sempre... Specie nel finale della Piedin Lesbo di cui le accennavo poc’anzi o nella Deodora del grande Gange.
Ma è ora di salutare la celeste Magdi, e di congedarci dai nostri astilizzati ancorché fedeli lettori!