venerdì 13 febbraio 2009

Come santificare una cantante poco stilizzata


Ci perviene da un nostro carissimo amico la notizia della pubblicazione della sua ultima fatica libraria e con essa notizia giunge anche la fatica libraria stessa dato che ci ha pure costretto di leggerla oltre a arrecarci il de cujus disturbo nel darci la notizia, eccheppalle.

Noi crediamo ma non solo crediamo perché è verità assoluta e acclerata da esempio di ogni sorte e ogni dove che quando si scrive di un cantante la prima cosa è vedere se sia stilizzato o no nell'emissione e qui faccio mio un principio immortale del Gabbietti per cui si cantux non stilefactus est in mulieri uterum squarciat et in masculo herniam italem causat, utraque parte sfrangit marones nondum aures audientium. Ora il nostro carissimo amico Saulle Bellacutella cui vogliamo tanto bene ma che consideriamo poco stilizzato nei suoi ragionamenti sull'ascolto dei cantanti pubblica questa che riteniamo di fatto e di principio un libretto con scarse carattersitiche di obiettivià ovvero completezza ovvero intelligenza di costrutto e che pur lodando l'impresa culturale ci pare del tutto privo di qualsivoglia utilità che si possa riscontrare vilipesa nell'abbattimento degli alberi che sono serviti a stamparlo su carta e rilegarlo. Però nondimeno tuttavia e conciosiacosacché speriamo rimanga almeno per i prossimi cinque secondi nostro amico di lunga data carissimo non potremo esimerci da notare che ad esempio la lunga cronologia della immeritata carriera di questa strana cantante sia del tutto incompleta, non per l'accertata scarsa ricerca del nostro adoratissimo amico che speriamo ci voglia sempre bene pur non capendoci nulla e essendo poco stilizzato anche nel modo di non capirci che poco, ma perché questa strana cantante dicevo prima che il mio stile dettato più da divina sapienza che non da normale e amena grammatica umana m'interrompesse, dicevo questa strana cantante ha davvero cantato qualsiasi cosa in virtù di quella cazzo di voce che si ritrovava e poteva cantare qualsiasi cosa, ma a schifio davvero e senza alcuna ultronea intersecazione del mio pensiero con qualche sinapsi poco stilizzata.

Lo dico avendo la consapevolezza di avere anche ascoltato la Asiné negli anni in cui non si esibiva in qualsiasi opera come una bella muccona che vada ad ogni pascolo o sentiero erto in cerca di margherite da brucare e indi per cui sicché si esibisce in suoni poco stilizzati ma quando, e nonostante sia quasi giunto ormai sulla soglia della quinta età, pur essendo ancora giovane ho avuto la fortuna di andare a sentire la Asiné nella fase del pieno fulgore di quella grande voce del cazzo che poteva cantare qualsiasi cosa non ancora proprio a schifio ma senza mai essere pienamente stilizzata.

Perché lo saprà il nostro o quanto mai caro ma poco stilizzato Bellacutella che l'Asiné benché di nome soprano relativo non si relativizzava mai veramente in qualcosa di storicamente valido dal punto di vista interpretativo perché rimaneva sempre e veramente l'Asiné in senso assoluto... Ora absolutus non dat relativum come dettò il Gabbietti in quel di Francina Marta alla nota Francine de La Fosse (che per inciso anche Bellacutella ma tutti voi dovreste ascoltare più spesso e a tal proposito leggete l'intervento di Giuditta Pasta infra) e perciò è di cogente cogenzia dire che l'Asiné sì avrà avuto una voce del cazzo ma poi era poco stilizzata, cosa senza la quale un cantante non può essere veramente relativo. Indi per cui pure il titolo di sto libro è una gran porcata.

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