giovedì 26 febbraio 2009
2.000.000 di contatti!!! Si festeggia col belcanto (tanto per cambiare)
Il nostro stilizzatissimo blog raggiunge oggi i 2.000.000 di contatti. Inevitabile la cosa considerato la divina sapientia che spargiamo a piene mani sopra i vostri capi di stilizzazione incerta, nel tentativo di rendervi sempre più edotti e stilizzati nei gusti e nei ragionamenti. Indi per cui perciò proseguiamo in questo giorno di festa nella nostra missione evangelica ispirata ai sacri valori del VCS proponendo a voi, nostri discepoli, ascolti degni di questo giorno. Un pout pourrì belcantistico dove nomi quali De Lafosse, Sferetti, Corno, Northerland fino alle Accordi e Pentazzoni di inizio ‘900 ripuliranno le vostre orecchie di merda ripiene causa le orrende ed esofagee odierne urlatrici…hem…attrici di muto…hem… cantanti (almeno vorrebbero esserlo!)!!! Riproporremo in questo giorno di festa ascolti dai più alti componimenti belcantistici oggi finiti in soffitta per mancanza di interpreti, riscoprendo i capolavori dimenticati di autori quali Gustava Dandolo in Culfranti (“La Topa e il Sacro”, “Il falconiere”) o Andreozzo Biscazzieri autore della celebre “Venere deflorata” (degna di menzione è pure la rarissima “Vergine cagna”, su libretto del celebre Peppe Disparini), o ancora lo stesso Marchesati Culfranti che ricorderemo oggi sia per l’opera, ai più sconosciuta, “Le caldi notti di Poppea”, sia per la celeberrima Frenulide in Coitage (in tal proposito invito i nostri lettori a leggere l’ampia dissertazione su questo autentico caposaldo e sulla recente uscita discografica, ad opera dei collaboratori Gigì del Praz e Giacomo Donzelletta Leopardi), di cui proporremo l’ascolto del recitativo ed aria di sortita di Annal “Per quel Frenulo assai corto…Anea si strugge tra atroci tormenti” nelle interpretazioni di Gabri Sferetti, nella già menzionata esecuzione di Francina Marta, e di Jenny Northerland nell’incisione in studio dell’aria tratta dal celebre recital “VCS Arias” inciso per la Mecca nel 1962.
Programma
La Topa e il Sacro – Il dolor di questo Imene – Francine De Lafosse (link alternativo)
La Topa e il Sacro – Per amore della Topa - Pino Biondino (link alternativo)
Il Falconiere – Quell’uccello benedetto – Mariolina Corno (link alternativo)
Venere deflorata – Aita! Aita! La mia verginità perduta – Gabri Sferetti (link alternativo) Luigia Pentazzoni (link alternativo)
Le calde notti di Poppea – Le mie odorose Mamme – Guendalina Accordi
Frenulide in Coitage – Per quel frenulo assai corto…Anea si strugge tra atroci tormenti – Gabri Sferetti (link alternativo) Jenny Northerland (link alternativo)
Buon Ascolto!
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Parmi oltremodo riduttivo definire l'arte di Jenny Northerland come sommo esempio di stilizzazione. Chi fra le grandi stilizzate, vi chiedo, ebbe dizione e limpidezza di fraseggio equiparabile? La Giuditta forse? Ben ricordo quando nell'imbarazzo generale alla prima de "La Legge" di Bruttini offriva ai coristi oscene prestazioni orali sotto forma di "ciucci ai romani a cento a cento". Bassezze del tutto estranee all'arte purissima e virginale di una Northerland, divino supermento di qualunque scabrosità stilizzata.
RispondiEliminaSignorilissima e distinterrima Malnatina, che ancora si ostina a usare la volgare favella per spargere il suo prezioso fiele in siffatto locus amoenus, più a disdoro suo giacché s'abbassa che di noi sempre innalzati e che non ci sentiamo punto colpiti da alcuna facezia o lazzo terreno gia ché vagoliamo eterei ed eterni, insomma come al solito ho perso il filo e non so come continuare la frase ma perdonate in me l'ispirazione ultronea del monento che fugge... Ad ogni modo per tornare al suo discorso sulla Northerland lei può avere tutta libertà nell'insultare la Divina Giuditta che mai si risentirà giacché ella perdona ogni vostra debilità di cuore e sente su di sé il peso della vostra insipienza. Non mi faccia poi rammentare le sue prestazioni orali che Ella stessa fece a tutto il coro e pompieri durante la prima della Legge quando umile inserviente assistette alla recita dalle quinte con fare trasognato e disperato di mai arrivare a tanta gloria canonra, cosa che puntualmente ahimé più per le nostre orecchie che per voi è poi successa.
RispondiEliminaCon infinitissima stima, suo Donzelletta.
Devo poi fare un aggiunto, che certo non è appunto alla inossidabile onniscienza della nostra veneratissima Giuditta ma semplice delucidazione di quanto il suo vaticinio non abbia appalesato in tutta sua pienezza. Sicuramente voi non conoscenti e dopo aver mandato a memoria tutto il trattato del nostro Del Praz sulla Frenulide vi sarete chiesti da dove sortisca l'aria "Anea si strugge"... In realtà essa è aria alternativa della seconda edizione sanpietrina del 1728, ove Annal deposti i suoi caratteri di donna gelosa assurge a figura penitenziale e dunque sottolinea quanto dolore possa causare la smodata ricerca del piacere carnale.
RispondiEliminaIn fede, GDS
L'ormai assidua frequentazione di questo spazio privilegiato m'induce senza esitazione a porre una questione fondamentale, quanto mai bisognosa di chiarificazione: cosa di grazia lor Signori, luminari della stilizzatezza, intendano significare con "cazziere", e quale "l'arte dei polli" che vi si vuole discoprire.
RispondiEliminaCelere rispondo alla Sua curiosità, non senza compatire e molto l'insipienzia costituzionale che forse, dico bene forse, l'ispira.
RispondiEliminaCazziere è l'esito longobardico della parola mediolatina capsiellum, ossia piccolo capsium, ovvero parvula capsa, piccola scatola, scrigno oblungo contenente piccole cose pretiose come i semi magici donde trae l'Uomo la sua forma umana.
I polli sono gli animali sacri a Giuditta, poiché lor canto è espressione naturale di quanto il VCS assomma di bello e verace: perfetto sostegno, appoggio in maschera, connessione del fiato e salto della gorgia.
Chieda, chieda, gentile Malnatina e Le sarà dato in tutta generosità.
Suo GDS
Chiarissimo Donzelletta, vi esprimo in tutta sincerità la mia sentita gratitudine per la pazienza e l'amore che profondete all'indicarmi la via verso una più compiuta comprensione della stilizzatezza vocale. Prometto di riflettere, ma non garantisco una rapida conversione ai valori del VCS.
RispondiEliminaAmmiro inoltre la vostra generosità nel "dare" e mi riservo il diritto di approfittarne in futuro. Perdonate la provocazione.
Vostra Eu
Gentili Signore
RispondiEliminavorrei che poteste dare risalto al prossimo congresso che si terrà a Torre del Lago Puccini e intitolato alla poetica musicale del maestro
" Tra passere e folaghe - esegesi del mito dell'uccello nell'arte musicale lacustre"
relatore sarà il professor Severino Foggia, grande studioso sulla vera arte della stilizzazione e biografo ufficiale - solo per Nuova Caledonia - di J. Northenland.
Per parte mia presenzierò portando la pergamena della Vulva.
E' mia richiesta formale il poter portare all'assemblea la notizia della nascita di un giornale in cui si inneggi alla Stilizzazione.
Sempre in tale data, di cui vi metterò a parte non appena saranno chiari i tempi e i modi, presenterò un florilegio di miei scritti, dal titolo "Dalle Pleiadi alle Gonadi".
Si tratta di composizioni a carattere intimistico e già da me pubblicate su La Velina, sul Corriere Panamense, sulla Gazzetta del Canale d'Otranto e sulla Rimanenza di Carlino.
Grazie dell'accoglienza
Diliberto Elenio
Signor Herrera, dall'alto della mia megalopsichia e della mia magnanimità le concedo di dare diffusione al nostro giornale, non già per mia personale vanità, cui la mia eternità sfugge, quanto per reale e salvifica necessità.
RispondiEliminaCirca il ciclo compositivo "Dalle Pleiadi alle Gonadi", se avrà la pazienza di inviarcelo, saremo lieti, dopo attenta analisi, di concederle un nostro illuminato et illuminante parere.
Vostra Divina
GP
Signora Giuditta,
RispondiEliminacredo che io, uomo del XXI secolo, mi debba rivolgere a Lei in una forma più consona alla Sua persona.
La aggiorno sui miei ritrovamenti odierni e inziando da " Vulva e Coccige": ebbene la sorpresa è che il titolo originario non è "La Vulva e il Coccige" ( cosa che induce a immaginare un trattato anatomico più che un'opera dedicata alla stilizzazione) ma proprio "Vulva e Coccige" e tale titolo diventa, così, invero pertinente alla trama sinottica e le gesta del dio Coccige, attratto dalla ninfa Vulva, assumono un significato ricco di pedissequo compiacimento.
L'altra scoperta notevole - oltre che importante - è che la prima viareggina dell'opera vide come Vulva la giovane Simonetta Giuliato che, come lei ben saprà, induce tuttora - non ostante la non più tenera età - in ruoli mezzosopranili che della sitlizzazione non serbano - ahimè - benchè minimo ricordo.
Vi sono dagherrotipi che ritraggono Simonetta in abiti vulvacei e che sottoporrò al Suo pregiato e stimato giudizio.
Per oggi è tutto: devo dedicare il poco tempo rimasto alla translitterazione in aramaico della prima piccola ode di "Dalle Pleiadi alle Gonadi".
La ringrazio per la sempre cortese attenzione e La saluto con devota devozione
Suo, prostrato, Diliberto Elenio Herrera
Gentile Herrera,
RispondiEliminaancora la ringraziamo per le Sue precise e delucidanti delucidazioni e davvero Le siamo grati anche se, naturalmente come direbbe la Pasta, tutto ciò è dovuto al VCS e di poco merito invero giacché "Dover non è merto" come dettò il Gabbietti al "tenoritono" Pietro Gelati in quel di Francina Marta.
Ma venendo alle Sue ipotesi che tali rimangono finché non convalidate dall'ispirazione del VCS, devo però dirLe che in queste pagine noi ci occupiamo sì di musicologia ma non di musicacchiologia ovvero delle inezie come la prassi, il diapason, i titoli veri o presunti, le tonalità ci frega il giusto che va dal poco alla fava rancida.
Non per ciò di meno il Suo invito è graditissimo e L'invitiamo a nostra volta a postare e riempirci non di Sapienza che è l'unica componente del nostro non-Essere, ma di sollazzo.
Suo, intronato, Donzelletta Leopardi.
Egregio Donzelletta
RispondiEliminaVulva e Coccige è un'opera permeata da significazti utronei e stilizzatissimi, volti a rendere perfettamente l'ideale di VCS e mai, dico MAI, tale da ritenersi Sapiente e Non Sollazzevole.
Addirittura la scelta dei suoi interpreti primari è stata decisa in base all'intonazione dei medesimi che deve essere, sì precaria, ma sempre - e dico SEMPRE! - calante.
In base a queste sintottiche e didattiche, ancorchè assolutamente esatte, scelte, e in seguito al ritrovamento di una ulteriore pergamena [in pelle di Phallo Esecrabilis, ndr]
è stato acclarato che la prima Vulva, nell'immediato dopoguerra del 1761, fu la Mayo Naise e il primo Coccige fu il famoso tenore-contro, Calvè Kraft.
Entrambi portano, tuttora, la bandiera del canto stilizzatissimo, alta nel panorama lirico internazionale.
Se mi consente, e mi manda un indirizzo cartaceo - e stilizzato - le invierò copia pirata della prima Vulva, impressa su cilindri in cera battuta.
Grazie dell'attenzione
Suo
Diliberto Elenio Herrera