giovedì 16 settembre 2010

I Fioretti di Santa Magdi - prima sequenza

So che quasi vi troverete male dalla gioia profonda che questo articolo di sublimi e sticatissimi contenuti vi saprà donare. Ricevo e pubblico, non senza una certa emozione (ebbene sì, anche io mi commuovo), i fioretti preziosissimi di Madonna Magdi Allamvero, detta Santa Magdi per la grande dolcezza dei suoi sentimenti. Ecco a voi dunque, discepoli ingrati del VCS, i vaticini prodigiosi della grande falsista stilizzata.

Incipiunt dicta Dominae Magdi Allamverae, collecta per augustissimam Dominam Iudit Pastam modo audiendi et interpretandi.

Oggi carissimi amici del Cazziere, cui voglio tanto bene, vero... vorrei parlarvi di quando ho debuttato al Teatro Tramway [detto anche Metropolitano, a seconda del grado d'elevazione in cui si trova nel determinato momento storico, ndr.] della Nuova Avana. Correva se non ricordo male un anno preciso, ma poco importa, vero... Io non ero mai stata alla Nuova Avana perché il suo allora sovrintendente, Infido Incastro, non voleva di me, adducendo il preteso, vero, del tutto falso che io avrei infinocchiato i suoi soldati con il mio canto. Non so bene che intendesse, vero, con quella parola "infinocchiato", ma questo è quanto mi riportò il tenore Giuseppe Della Suora con il quale incisi per la Mecca un mio cavallo di battaglia, la Deodora del grande Vittorio Emanuele Gange.

A tal proposito ricordo che il povero Della Suora, vero... che aveva questa grande voce stentorea ma non riusciva a piegarla alle esigenze dello spartito... perché vedete, cari, vero... la parte di Ascelloris, nella Deodora, richiede anche quelle lievi ondulazioni, specie nelle scene di contatto con Deodora, e io mi ricordo che come al solito, vero... riuscivo a cantare tutti i pianissimi, e per cantare i pianissimi bisogna immaginare la nota che scende giù piano piano, e allargare, e insomma, vero... per me era facilissima, ma il povero Della Suora non ci riusciva, poverino, quanto l'ho compatito... Che bei momenti!

Ma insomma dicevo che Incastro non mi voleva al Tramway, che allora mi sembra fosse del tutto metropolitano, e allora alla fine per rialzarlo questo teatro, e mi consenta, vero... per salvaro, chiamarono me. Mi hanno detto sia stata la cara Mariolina Corno a presentare il mio nome a Incastro, ma mi sembra una storia inventata così, quasi per rimettere in questione la mia fama mondiale. E allora andai per cantare l'Attosca di Intiggini, e fu un vero delirio. Avevo all'incirca una trentina d'anni, circa il doppio di ora, e davvero mi sentivo una ragazzina, vero... Che bei ricordi, il pubblico in delirio, ed io che tutta umile, come sono solita, vero... mi prostravo a ricevere petali di rosa sul bel volto nel fiore degli anni.

Ma vorrei con più ardore parlare della Piedin Lesbò, dello stesso mastro Intiggini, nella quale riportai un personalissimo, vero... trionfo all'arena comunale di Zevio. Chi era il tenore, vero... Forse Borromeo Bruttibuddini, quel caro Borromeo, m'hanno detto che sta poco bene, poverino, vero... come compatisco, poverino... O forse era Scatenato Sabatingo... Ma poco importa, infondo. E insomma fu un trionfo senza pari, del quale quasi mi sono stupita, sapete, troppa umiltà fa perdere il contatto con il vero, vero...

Ad ogni modo ricordatevi, cari lettori, che la tecnica è una sola per il cento, il duecento, l'ottocento e il tremila, e io modestamente quella tecnica la nacqui, ecco tutto, vero...

Nell'Attosca ad esempio, quando lei sta per attoscare il pappone Carpa, che vuole intrattenersi con lei mentre ha condannato a sei mesi d'astinenza il bel Giuseppe, ebbene, vero... Intiggino ha scritto queste progressioni, che se non vengono risolte con grandi archi di fiato, ebbene la voce va tutta indietro e ne soffre tantissimo.

Ecco questi piccoli consigli hanno fatto di me la Magdi che tutti conoscete, e che sono ancora nonostante i miei 15 anni di età. 15 netti netti, come dice la Signora Mosca del Burro.

Ora vi devo lasciare perché mi aspetta un corso di aquagym tonificante a Rapolano Terme, dove cantai nel prestigiosissimo teatro un'indimenticabile Rigida di Azzurri. Ah, come facevo io la risata nella prima aria, così come la voleva Azzurri e così come l'ha scritta chiare lettere nello spartito...

Un augurale abbraccio dalla vostra devotissima,

Magdi.



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